di Valter Lazzari Holodomor, parola di difficile traduzione, che può ricondursi a “sterminio per fame”. Ne ricorre fra poco il novantesimo anniversario, è la terribile carestia procurata del 1932-33 che mieté sette milioni di morti e che colpì soprattutto l’Ucraina. La commemorazione, in tutto il mondo, è sabato 26 novembre.
A Milano, in duomo, domenica 20 vi sarà un momento di preghiera, presieduto dall’arcivescovo. Il comitato provinciale ANVGD di Milano ha voluto ricordarlo, lo scorso 27 ottobre, con uno dei suoi consolidati appuntamenti del giovedì.
Uno Stato contro il suo popolo
Urss 1929, la Collettivizzazione forzata delle campagne: i contadini dovevano rinunciare alla proprietà e conferire tutte le terre con il bestiame e i mezzi alle cooperative (kolchoz). “Liquidare i kulaki come classe”. Chi erano i kulaki? Per i bolscevichi, i kulaki erano contadini agiati, “nemici del popolo”, ma di fatto erano i piccoli e i medi (da noi sarebbero i “coltivatori diretti”) perché i ricchi già erano scappati o giustiziati.
Dapprima un’opprimente tassazione, poi l’esproprio delle terre, poi la deportazione, e la fucilazione per chi si opponeva. Ci furono estese ribellioni, molto bestiame fu macellato dagli stessi contadini. Lo Stato continuava a chiedere grano che non c’era, basandosi su stime completamente inventate a tavolino.
Così che le continue e sempre maggiori requisizioni di frumento per l’esportazione, unite alla repressione che prevedeva la pena di morte per chi occultava anche modeste quantità, precipitarono la campagna ucraina in una gravissima carestia, aggravata poi da ulteriori richieste, impossibili da soddisfare, che provenivano dal governo sovietico.
Nelle città vennero distribuite razioni di pane ma nei villaggi no. Furono dati ordini di impedire ai contadini l’ingresso nelle città e di espellerli qualora vi fossero entrati. E furono dati ordini di impedire che generi alimentari, pur se ottenuti legalmente, fossero portati in Ucraina». Per la dirigenza sovietica si trattava di una guerra, una guerra contro il mondo delle campagne e la sua cultura.
Portati a valicare la soglia dell’umano
Questa carestia pianificata trascinò nell’orrore, prima che alla morte, una terra tra le più floride. Un po’ di fumo che esce da un camino, quando si alzava un filo di fumo da una casa, era prova inequivocabile dell’orrore ultimo e assoluto: i contadini impazziti per la fame non esitavano a cucinare i loro simili.
Ecco cos’è stato lo Holodomor, il momento in cui gli uomini non solo sono stati privati della libertà o uccisi, ma in cui sono stati portati a valicare la soglia dell’umano.
Un lavoro prodotto dal Raggruppamento Ingauno Volontari della Libertà, aderente alla Federazione Italiana Volontari della Libertà, ossia i partigiani cattolici, liberali e autonomi. Relatore era Valter Lazzari, presidente. del Comitato Provinciale ANVGD di Savona e altresì segretario del RIVL, il quale da tempo conduce studi sulle riforme agrarie nei paesi percorsi dalle rivoluzioni socialiste (Urss, Jugoslavia, Cuba, Etiopia, Albania, …) dei quali il lavoro sullo Holodomor è parte.
Supportati dalle documentate ricerche di storici come R. Conquest, N. Werth, E. Cinnella, A. Graziosi, F. Argentieri, sono emersi gli elementi qualificanti di quel colossale crimine: non solo non fu per cause naturali ma neppure per sole inefficienze o negligenze: fu una carestia progettata. Fu genocidio di classe, per schiacciare i contadini indipendenti, e fu anche, per l’Ucraina, genocidio nazionale, per la contestuale repressione degli intellettuali e delle chiese, ortodossa e cattolica.
Il più colossale e impressionante occultamento della storia contemporanea
Soprattutto la seconda parte della serata ci interpellava come europei e come italiani: perché per tanti decenni questa ignoranza e misconoscimento? Le cose si potevano sapere ma c’è stata e c’è riluttanza: col negazionismo fin che si è potuto, poi con il riduzionismo (negando l’entità numerica del disastro), infine con il giustificazionismo (“ma era per un bene superiore…”).
È stato detto della vicenda relativa a Raccolto di Dolore, il best seller che primo ha raccontato al mondo lo Holodomor: uscito negli Usa nel 1986, una casa editrice italiana ne acquistò i diritti, impedendo così ad altri la pubblicazione, ma (per ragioni di bilancio, si disse) lo tenne nei cassetti; poté uscire solo diciotto anni dopo, meritoriamente edito dalla Fondazione Liberal. Ma si potrebbe continuare con la maniera insufficiente e ambigua con cui i manuali di storia dei nostri licei liquidano il tema.
Aiutare dunque gli italiani a conoscere meglio la storia di quel paese: i Giuliano-dalmati, che tanto hanno patito per le pagine strappate dai manuali scolastici, si sentono vicini e chiedono che cessi questo oblio.
L’incontro è stato introdotto da Nicola Nante, vicepresidente del R.I.V.L., il quale dopo aver precisato sull’aggettivo “ingauno”, ossia di Albenga (l’antica Albium Ingaunum, la più coriacea e ultima a sottomettersi a Roma), ha brevemente ricordato le origini della F.I.V.L., il 1948, quando la scelta atlantica, europea e per l’economia di mercato chiedeva anche alle forze della Resistenza da che parte volevano stare nella nuova Italia.
Significativo è stato il saluto di Luisa Ghidini, responsabile per tutta la zona di Milano della Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, essendo il 27 il giorno del 60° anniversario della tragica morte del fondatore della A.N.P.C., il grande imprenditore cattolico Enrico Mattei.
La Risoluzione del Parlamento Europeo 19/9/2019: condanna di tutti i totalitarismi del XX secolo
Sullo sfondo per tutte queste associazioni vi può essere un orizzonte comune: è la Risoluzione del Parlamento Europeo 19 settembre 2019, che condanna tutti i totalitarismi del XX secolo: un documento fondamentale e storico, che riscuote sempre maggiore interesse, al punto che diverse associazioni l’hanno formalmente inserito nel proprio statuto.
La conferenza, in queste settimane che precedono la commemorazione, viene portata in diverse città del Paese (Savona, Milano, Udine, Lucca, Pisa, Genova, Livorno …).
Lo Holodomor viene pure fatto conoscere attraverso una mostra (stessi autori), atta ad essere esposta in atri civici, scuole, opere parrocchiali; è disponibile, gratuita e si può richiedere al curatore (lazzari_valter yahoo.it).